Il bianco e nero delle foto delle pagine politiche de L'Espresso; quello delle immagini dei quotidiani che ritraggono i processi ai terroristi, quei processi che per loro erano, come li definì Giorgio Bocca, delle vere e proprie "messe cantate"; il grigio di quelli che sono stati chiamati, dall'omonimo film di Margarethe von Trotta, gli "Anni di piombo"; i toni scuri e sgranati delle istantanee della Renault 4 in via Fani. Ecco, tutto quel nero, tutto quel grigio, improvvisamente, assume i toni sgargianti dei lustrini e delle pailettes. Lustrini e pailettes che accompagnano ancora il nostro intorpidito immaginario. Verrebbe quasi da dire, alla Dumas, ben più di "vent'anni dopo". Paolo Morando racconta, documenta, scopre un filo che sottotraccia ha iniziato, proprio nel biennio indicato dal titolo, a modificare radicalmente la società italiana e, soprattutto, la percezione che quella società ha di se stessa. Il "riflusso", la "fuga nel privato", definizioni entrate anch'esse in quel tritatutto che sono i luoghi comuni. Il tutto sarebbe semplicemente da archiviare negli annali degli studi sociologici e di costume. Quegli studi capaci di riassumere gli anni Cinquanta con il "chiodo" di Marlon Brando e lo sguardo perso di James Dean o i Sessanta con la minigonna di Mary Quant e le giacche con gli alamari della copertina di Sgt. Pepper's. Ma Paolo Morando ci racconta un'altra storia. Una storia che ha in superficie i colori sgargianti di quei lustrini e di quelle pailettes, ma che, nel profondo, nasconde, e nasconde ancora, tutte le tonalità di quel grigio che tanto affascina chi di quel grigio ammanta i suoi scopi nascosti. E che, da sempre, sono nascosti nelle profondità insondabili dei misteri della storia italiana.
Un Libro.
Dancing Days (1978-1979 i due anni che hanno cambiato l'Italia, di Paolo Morando (Laterza).
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