sabato 7 agosto 2010

La (de)strutturazione dell'eroe - Stella del mattino, di Wu Ming 4 (Einaudi)

C'è sempre una metalettura da compiere nelle parole che ci pervengono dai Wu Ming, sia come collettivo che come autori singoli. Infusori di storie e traslatori di tempi storici, affiancano, alla dimensione creativa, una costante esegesi di fonti e di analisi che loro stessi conducono, nell'affascinante affastellamento di segnali prodromici a quello che poi troverà spazio nelle loro narrazioni.
Si possono amare od odiare, ma non si può essere indifferenti nei loro confronti.
Consapevoli del motto vichiano dei corsi e ricorsi storici, ben conoscono come il divenire della Storia eroica (quella dei re, dei Papi, degli imperatori e delle battaglie) possa influire ed indirizzare il corso della Storia immobile (quella delle manzoniane "genti meccaniche").
A prima vista, Stella del mattino può sembrare un atto di critica (fortemente motivata da un'attenta e profonda preparazione storica) contro la guerra in Iraq, alla luce di tutto ciò che è accaduto dalla fine della Prima Guerra Mondiale in poi. Una sorta di ennesima creazione letteraria ispirata a quel Grande Gioco che domina tuttora i rapporti fra l'Occidente e il resto del mondo.
Tuttavia sono le fortissime presenze umane a caratterizzare questo romanzo. Sono le analisi condotte sull'animo (e, verrebbe da dire, nell'animo) delle voci narranti che danno a Stella del mattino una sua particolarità. Senz'altro è da considerare il fatto che questo libro non è un'opera collettiva, bensì il frutto di uno dei componenti del gruppo. Ma il fascino di questa narrazione nasce dall'opera di destrutturazione vera e propria di un mito, quello di Lawrence d'Arabia. E attraverso questa opera direi quasi di demolizione (con gli ovvi rimandi al potere della propaganda dei mezzi di comunicazione) si arriva però non solo ad una critica dell'azione politica, ma ad una affermazione di vitalità. E' come se, venendo a mancare il forte storicismo che contraddistingue il collettivo, il singolo autore lo abbia sì utilizzato, ma per affiancargli una sua personalissima (e affascinante) visione. Alla demolizione di un mito si unisce (quasi senza soluzione di continuità) la creazione di un altro. Dallo sbugiardamento della realpolitik nascerà forse una speranza. Quella speranza che è nascosta nella parola scritta.
Al crollo del mito bellico di Lawrence, incardinato nella realtà, si sostituirà forse il mito di un universo parallelo, incardinato nel mondo della creazione letteraria. Quello della Terra di Mezzo. Un universo non certo privo di sangue e violenza, ma forse ben più foriero di comprensione e di speranza per l'umanità.
Un Libro.
Stella del mattino, di Wu Ming 4 (Einaudi).

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