Un autogrill di notte, sulla tangenziale di Milano. Molti anni fa. Luci al neon che, senza alcuna illusione, tentano stancamente di creare un'oasi artificiale tra campagne slabbrate, asfalto e pneumatici. Allora come oggi. Esattamente. Nulla cambia mai, nell'idea notturna del deserto periferico di una metropoli fintamente viva. Allora terrificato, nell'immaginario collettivo, dall'idea di violenze viralizzate da un qualche poliziottesco all'italiana. Oggi reso orribile, nello stesso immaginario, dall'idea comoda di un confronto tra diversi.
A volte succede. Succede di comprare un libro in un autogrill. Specie di notte. Quasi a marcare, con la certezza tranquilla della parola scritta, il territorio confuso e spaventato della nostra (ir)realtà quotidiana.
L'onorevole scolaro è un titolo che sa subito di Oriente, di oppio, di Indocina. Così lontano dalle nebbie londinesi del Circus. Mi affascina l'idea del dilettante. Mi affascina l'idea di colui che viene arruolato per giocare una parte più grande di lui. Consapevolmente.
Nelle stesse notti di quell'autogrill al neon, vagava, per le televisioni private di allora, una serie tv inglese, ispirata proprio alla trilogia de La talpa.
Smiley lo interpretava Alec Guinnes. E, tra i suoi collaboratori, uno lo faceva Michael Billington (il colonnello Paul Foster della serie UFO).
Ho sempre pensato alla faccia seria di Guinnes quando John le Carrè, descrivendo il rapporto tra Smiley e la moglie bella e infedele, la fa definire, nel dialogo fra due personaggi, come la sua dea puttana.
Anche Jerry Westerby è attratto dalle sue dee puttane. Forse un po' come tutti noi. Jerry Westerby è l'onorevole scolaro, la spia irregolare, il dilettante che gioca consapevolmente un gioco più grande di lui.
Jerry Westerby regala una copia del Candido di Voltaire ad un contrabbandiere di oppio. Jerry Westerby va in missione portando sempre nella sacca qualche romanzo di Joseph Conrad e di Graham Greene.
Una notte. Un autogrill deserto. Un libro. Sulla tangenziale di Milano.
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