domenica 20 dicembre 2009

Indro Montanelli e la salamandra

Sono sempre stato un grande ammiratore di Indro Montanelli. La sua Storia d'Italia me la sono bevuta tutta prima dei vent'anni.
Il grande Indro accusava noi italiani di essere dei dietrologi; di cercare cioè, dietro ad ogni avvenimento politico, cause più o meno occulte, che poi tanto occulte magari non erano. Portava ad esempio gli americani che mai, secondo lui, avrebbero fatto o pensato una cosa del genere. Il grande toscano dimenticava però tutta la dietrologia americana sull'omicidio del presidente Kennedy e tutto il florilegio sulla teoria del complotto, che proprio negli Usa ha uno dei suoi pilastri.
Ma ai grandi del giornalismo si può ben perdonare una svista (e io, a Montanelli, perdonerei questo ed altro).
Nei primi anni Settanta esce in Italia un libro strano. Lo scrive Morris West. Si intitola La Salamandra. Non so se Mondadori lo ha ancora in catalogo e pertanto invito tutti a frenetiche consultazioni prenatalizie di bancarelle e di remainders.
Il passato della nostra storia è sempre presente ed sempre in procinto di ritornare (o forse è già ritornato, o forse non se ne è nemmeno mai andato via). Le parole d'ordine più retrive e pericolose sono da noi sempre attuali. Morris West ha scritto alcune cose sull'Italia, alcune cose sul nostro passato recente. E per raccontarle ha scelto la forma del romanzo. Molto prima di De Cataldo.
Due libri.
La Salamandra, di Morris West (Mondadori).
Libra, di Don DeLillo (Einaudi).

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