lunedì 30 maggio 2016

Storie di libri perduti, di Giorgio Van Straten (Laterza)

Messaggi lanciati verso mete ignote ai confini di quello spazio tempo che delimita la necessità che l'umanità ha di raccontare se stessa. Questi sono i libri. Oggetti sacri e sacrileghi, scrigni che racchiudono tesori e maledizioni, entità semidivine simbioticamente unite ai loro autori e ai loro lettori, nella riaffermazione della ricerca di un tutto universale in cui materia e spirito si fondono. Oggetti che spesso sono anche soggetti di storie, protagonisti di destini, creatori di mutazioni e infinite combinazioni, declinate su una tavola pitagorica che si erge immensa sullo sfondo di paesaggi metafisici di condivisioni esponenziali. Libri che sono diventati pietre miliari del percorso delle entità senzienti, libri che si sono annullati nell'oblio eterno frutto di quella lotteria borgesiana che in palio ha la vita stessa, libri che veneriamo, libri gettati nei roghi che costellano la notte del potere e delle ideologie. E libri che mai hanno visto la luce eppure sono vivi, vivi nella memoria dei loro creatori, nei destini delle loro peregrinazioni, nel ricordo di chi, per un fuggente attimo, ha avuto la ventura di osservare il loro misterico bagliore subito oscurato. Sono questi i libri di cui Giorgio Van Straten racconta la storia in questo bellissimo e imperdibile saggio. Libri che per un attimo eterno hanno emesso fotoni definitivi come una pulsar ai confini dell'universo e che si sono poi spenti lasciando un ricordo di onde elettromagnetiche simili a particelle elementari il cui segno è celato nel mistero della coscienza collettiva. Manoscritti rubati in stazioni ferroviarie di metropoli europee, persi nella fuga dall'oppressione, obliati dalle intossicazioni alcaloidali, distrutti dalla ricerca maniacale della perfezione perseguita dai loro stessi autori o a causa della riservatezza amorevolmente estrema degli eredi di chi li aveva composti. Libri perduti che, a loro volta, sono diventati materia per la narrazione operata da altri scrittori ancora che, demiurghi inconsapevoli del mistero della letteratura, hanno a volte, in altri libri, trovato la via di una verità che si è indissolubilmente legata alla finzione. Storie di libri perduti è lettura fondamentale per tutti quelli che sanno che i destini del mondo sono incrociati proprio dalle e nelle parole dei libri.
Un libro.
Storie di libri perduti, di Giorgio Van Straten (Laterza).

lunedì 16 maggio 2016

L'arte della guerra zombi, di Aleksandar Hemon (Einaudi)

Finalmente! Finalmente un autore che non va in cerca del Grande Romanzo Americano, vetusto miraggio letterario che da sempre permea la narrativa del paese che è il paradigma dell'immaginario occidentale. Finalmente un autore che si smarca dall'imposizione pavloviana, comune a tanti altri narratori che scrivono negli States, di interpretare la contemporaneità, compiendo uno spostamento di pochi ma significativi anni e ambientando questa storia nei primi anni Zero del Terzo Millennio, producendo così una piccola ma eloquente trasfigurazione temporale che magistralmente dribbla il monolite dell'attacco alle Torri Gemelle, andando a scavare in quelle che sono le reali essenze della violenza bellica che impregna gli avvenimenti politici ed economici dei nostri giorni e cioè la prima guerra del Golfo (quella di Bush padre, madre di tutte le contaminazioni geopolitiche odierne) e la guerra civile iugoslava, primigenio apparire di un dio della guerra malvagio appena liberato dalla consunzione del mondo partorito dalla conferenza di Yalta, mondo che, nel pur folle bilanciamento delle testate atomiche, era riuscito a garantire una immobilità che aveva almeno incatenato i demiurghi delle pulizie etniche e delle soluzioni finali e dell'orrore. È l'orrore infatti il protagonista di questo romanzo, l'orrore che nasce da una quotidianità di personaggi segnati da guerre sanguinose e sanguinarie che hanno indelebilmente marcato questo Terzo Millennio che tutti avremmo pensato differente. Profughi bosniaci che hanno portato nel nuovo mondo tutte le ossessioni dei massacri balcanici, veterani di Desert Storm ormai persi in un eterno trip di pazzia che ricorda l'inferno mentale del phildickiano Un oscuro scrutare, isolati sceneggiatori di trame cinematografiche che mai avranno visibilità e che tentano di sopravvivere all'apocalisse della vita quotidiana, mentre cercano di raccontarla attraverso trasfigurazioni horror (come non ricordare The American Nightmare, l'imprescindibile documentario che interpreta l'horror come tentativo di narrare la deflagrazione della società americana a partire dal massacro di Bel Air del 1969, anno, guarda caso, della crisi della Summer Of Love, documentario la cui uscita precede di un anno il monolite dell'attacco alle Torri Gemelle), psicoterapeute nipponiche dall'erotismo estremo e dai serici capelli neri che appaiono come dee della vendetta, padri e madri della classe media ebraica intenti a stigmatizzare il fallimento delle loro relazioni matrimoniali affondate miseramente in un Middle West di paesaggi destrutturati. La trama del film horror che spezza i capitoli, fatica letteraria che sgorga dall'autoanalisi dell'io narrante, alla fine si impadronisce delle vite di tutti e al lettore appare così in tutta la sua magnificenza il demiurgo malvagio che in realtà ha sempre tirato i fili dei tragici personaggi imprigionati nei loro crudeli ricordi. Aleksandar Hemon fonde con geniale maestria la parola borgesiana di Danilo Kiš e la particolare scrittura di Donald Westlake e ne nasce questo L'arte della guerra zombi, romanzo unico, acuto, brillante, da leggere.
Un libro.
L'arte della guerra zombi, di Aleksandar Hemon (Einaudi).

lunedì 9 maggio 2016

Antonio Tombolini Editore, il libro di carta e quello elettrico

Antonio Tombolini da sempre sa che il contenuto di un libro si coniuga con i formati. Questi ultimi nel corsi dei secoli sono mutati e muteranno ancora, ma il libro, inteso come rapporto multilaterale tra autore e lettore, crea una sorta di continuum che va ben oltre lo spazio e il tempo, sino a raggiungere territori quantistici dove questo continuum diventa esso stesso lo spazio e il tempo.
Antonio Tombolini Editore ha iniziato l'esplorazione di questo continuum con il libro elettrico (mutuo questa definizione dal grande Gabriele Frasca che a suo tempo intervistai per Il Colophon) cui ora si aggiunge anche il libro di carta, nella riaffermazione di quel circolo virtuoso in cui i formati si coniugano, si compenetrano, si fondono, individuando il senso primario di quel concetto così umano e al contempo così divino che è la lettura. 
Vengono perciò dati alle stampe in formato cartaceo, dopo quello elettrico (in attesa degli altri che seguiranno) dodici libri che iniziano a colonizzare i confini quantistici della lettura. Tra questi dodici titoli ce ne sono anche due scritti dall'autore di questo blog: Sette sono i re e L'odore del riso, che con Notte di nebbia in pianura vanno a comporre la mia Trilogia della Pianura.

Così nel blog dell'editore:
Antonio Tombolini Editore non vuole essere un editore di ebook, e neanche “soprattutto di ebook”.
Antonio Tombolini Editore vuole essere un editore all’altezza dei tempi, di questi tempi, caratterizzati soprattutto da due fatti (diversi e concomitanti):
1. il digitale: il digitale è la rivoluzione dei modi della produzione e della fruizione, anche del libro;
2. la rete: la rete è la rivoluzione dei modi della distribuzione e della comunicazione, anche del libro.

Per quanto “mi disegnino così”, dice Antonio Tombolini,  a me non interessa l’ebook. A me interessa salvare e promuovere il libro, inteso come “esperienza libro”, esperienza di quel tipo di scrittura e di lettura, fatta di testo (solo, o quasi solo, o per lo più di testo), tendenzialmente lungo, che richiede concentrazione, tempo, isolamento. Esperienza libro che vedo seriamente minacciata dall’avvento del digitale e della rete.

La salvezza del libro non è solo ebook. È anche ripensamento, alla luce del digitale e della rete, della filiera di produzione-distribuzione-fruizione del libro di carta, perché no? Per questo abbiamo deciso che tutti i libri pubblicati da Antonio Tombolini Editore saranno prodotti e distribuiti sia come ebook che in formato cartaceo, ovviamente seguendo alcuni criteri imprenscindibili per noi: print on sale, stampe fatte solo ed esclusivamente per soddisfare ordini effettivi, e dogma delle “rese zero”.

Ai lettori non resta che seguire questa nuova avventura ben sapendo che il motto non può che essere "Sky is the limit".