mercoledì 25 novembre 2015

Scrivere per i blog, di Lino Garbellini (Le Monnier)

Blog, contrazione del termine weblog che, come un reperto ritrovato ai confini dei mondi conosciuti, ci rimanda indietro a quel digitale e quantistico Tempo di Planck da cui si originò l’ultimo dei media elettrici, il web. Stazione di posta, fortezza Bastiani, rifugio, diario, magazine, mono o pluriautoriale il blog è parte integrante del magma, del caos, del mare infinito di internet. Negli anni quella contrazione terminologica si è declinata come gossip, fashion, food, lit e, sempre negli anni, più volte si è celebrata la sua morte (come altre morti illustri si celebrano ogni tanto, quella del romanzo, dei libri, dei giornali). Ma come un’araba fenice il blog è sempre risorto dalle sue ceneri. Il blog non è stato metabolizzato dai social network, non è stato azzerato e annullato, ma, come ogni medium ha fatto nell’inevitabile confronto con l’apparizione di altri media, si integrato con il web 2.0. Oggi il blog ha la vitale necessità di essere collegato a facebook, a twitter, a pinterest, a tumblr, ma è questo un collegamento virtuoso, un abbraccio non mortale bensì ancora una volta vivificante per questo medium nel medium che è il blog. Lino Garbellini nel suo Scrivere per i blog ha il merito di presentarci quello che è lo stato dell’arte del blog, fotografato e sviscerato in questo particolare attimo, attimo fermato nell’incessante divenire spaziotemporale del web. Un’agile guida, un piccolo manuale esaustivo di grande interesse. Forse tra un istante, nell’universo del web, tutto sarà diverso, tutto sarà resettato e trasformato e traslato in modi a noi ancora sconosciuti, ma in questo attimo leggete questo libro.
Un libro.
Scrivere per i blog, di Lino Garbellini (Le Monnier).

sabato 21 novembre 2015

Il quarto numero de Il Colophon


Da pochi giorni è online il quarto numero de Il Colophon, rivista di letteratura del coraggioso e innovatore Antonio Tombolini Editore. Questo numero è l'ultimo del 2015. Si intitola Sto parlando con te ed è dedicato al complesso rapporto tra scritture e letture, tra lettore e letture. In questo numero scrivo di Pier Paolo Pasolini nel quarantennale della sua scomparsa, intervisto il geniale e visionario Gabriele Frasca, recensisco due libri Con Borges e L'invenzione del romanzo. Inoltre c'è anche un mio racconto tratto dal mio libro Padania blues. Il tutto con la fantastica guida di Michele Marziani e l'iconografica professionalità di Marta D'Asaro. Buona lettura!

lunedì 16 novembre 2015

Intervista su informAle

Serve passione per parlare di libri. Serve passione, ma servono anche amore, forza e dedizione. Qualità che da sempre trovo nella libreria Le mille e una pagina, luogo che, per scelte editoriali e proposte letterarie, riesce a stupire piacevolmente anche un lettore "forte" come me. Laura Fedigatti, che con Lia Maffi è una delle due bravissime e professionalissime titolari della libreria, mi intervista per la rivista informAle. Abbiamo parlato di libri, di autori, di scrittura, di territorio (quel lembo di Piemonte lombardo, la Lomellina, che fa da sfondo a molto di ciò che scrivo). Buona lettura!



lunedì 9 novembre 2015

Il proiezionista, di Abe Kazushige (Calabuig)

Non soltanto la voce di Murakami Haruki giunge dalle arcaico-tecnologiche lande nipponiche. Non soltanto le mutazioni di Akira o l'erotismo di Æon Flux. L’editore Calabuig, nel suo viaggio tra i generi e gli autori della letteratura mondiale, fa pervenire ai lettori la gradita scoperta di questo Il proiezionista di Abe Kazushige. Una Tokio violenta, di una violenza efferata ma al contempo accettata, seme genetico di una società estrema che ancora fa i conti con i fantasmi di un militarismo nazionalista alla Yukio Mishima, erede della sottile e spietata società feudale di mikado divinizzati e samurai spietati, seme oggi intrinsecamente contenuto nella postmoderna dedizione al massacro di sette millenariste come la Aum Shinrikyo. Yakuza dalle teste rasate e boss che coniugano omicidio e affari, ragazzine dedite alla mercificazione di sé tra pornografia e love hotels, sale cinematografiche nella cui oscurità cercano di rendersi irreperibili ex estremisti di destra, bande di liceali minorenni intenti allo stupro collettivo e alla sopraffazione. Ecco la Tokio di Abe Kazushige, scenografia mirabilmente tarantiniana, con vie e centri commerciali a metà strada tra la infinita periferia losangelina e le minuscole case di legno di un Sol Levante che, dal bagliore mortale delle atomiche dell’agosto ’45, è da allora costretto a fare i conti con la fusione di ataviche ossessioni e devices ultramoderni. Siamo lontanissimi dalla patinata e lussureggiante parola di Murakami Haruki, così come siamo lontanissimi dalla simbolicità freudiana di manga e anime, e lo siamo a ragion veduta perché Il proiezionista è qualcosa di assolutamente nuovo nel panorama nipponico che osserviamo da lontano. Abe Kazushige ha la capacità di creare una nuova narrazione in cui banalità e orrore, stupefazione e accettazione si uniscono andando ben oltre ciò che siamo abituati a pensare del Giappone. Tra le asettiche vie di questa metropoli al contempo bladerunneriana e primaverile si appalesa tutto il sentire di un mondo che erroneamente ci illudevamo di conoscere. Leggendo Il proiezionista da oggi sappiamo che non è così.
Un libro.
Il proiezionista, di Abe Kazuschige (Calabuig).

venerdì 6 novembre 2015

Fuori di sé. Da Freud all'analisi del cyborg, di Augusto Iossa Fasano (Edizioni ETS)

Esiste un diaframma, un confine, un’interfaccia che è anche e soprattutto luogo di contaminazioni e di feedback, un’interzona che fonde e trasla quello che Gabriele Frasca definirebbe scambio di informazioni genetiche e non genetiche e che si pone tra l’inconscio di quella unità carbonio che è la macchina umana e l’universo esterno che questa macchina influenza e da cui è al contempo influenzata. Augusto Iossa Fasano esplora questo territorio di contaminazioni multiunivoche, questo cosmo in cui l’essere umano si muove e contempla le mutazioni che intersecano e trafiggono il corpo, la mente, le percezioni. Dalle definizioni di una mappatura necessariamente psicoanalitica e medica l’Autore prende le mosse per spingersi oltre i phildickiani Bastioni di Orione, seguendo la rotta segnata dai casi clinici con i quali da analista si è confrontato e si confronta, compiendo un viaggio attraverso la linea d’ombra che permea questi casi, giungendo a quel cuore di tenebra in cui l’oscurità è rischiarata dai bagliori di quelle astronavi in fiamme ricordate dall’androide di Do androids dreams of electric sheep mentre cerca di stipulare un armistizio con la sovrumana (auto)coscienza della infinita reiterazione della finitezza. E sono proprio quei bagliori che proiettano sullo specchio borgesiano, che si frappone tra il sé e l’universo, le ombre la cui osservazione e interpretazione conduce faticosamente la macchina umana a comprendere quale sia l’attimo in cui potrà, per una volta ancora, definirsi (in)finita nel benefico superamento della stupefazione prodotta dal confronto spietato tra la sua elastica fisicità e la rigidità forse mortale dei device e delle protesi, siano esse terapeutiche o anche e soprattutto esaltatrici di un potere che ci sorprende nel momento in cui quegli stessi device sembrano prendere il dominio sui loro stessi portatori. Ecco allora l’ostensione del rifiuto (il lancio) della protesi, messaggio estremo di una psicosi che cerca la verità, verità che sarà tale solo quando il cyborg affronterà il pensiero altrettanto estremo della provenienza e della genesi dei suoi ricordi, della sua memoria, del suo percepirsi immerso nella densità sorprendente di un universo della coscienza che si espande così come si espande l’universo quantistico delle particelle elementari. Ma è questa un’espansione le cui coordinate spaziotemporali sono determinate dallo stesso viaggiatore che è al contempo soggetto e oggetto, esploratore ed esplorazione, osservatore e osservato. Perché infiniti sono gli attimi della finitezza. 
Un libro.
Fuori di sé. Da Freud all’analisi del cyborg, di Augusto Iossa Fasano (Edizioni ETS).