martedì 23 settembre 2014

Un altro mio racconto sul #GallizioLab

Un altro mio racconto pubblicato sul GallizioLab, arsenale delle scritture postmoderno come solo un luogo di narrazioni contemporaneo sa esserlo. Evanescenze narrative, eterne riproposizioni di attimi che diventano storie e di storie che si trasfigurano in attimi di un eterno racconto. Qui, ora e per sempre, compendio di un'#estatealiena come solo certe estati sanno esserlo. Colonna sonora forse di Bruno Martino, da una spiaggia popolata da solipsistiche belle ragazze, o dei Clash, da una costa popolata da white riots.
Buona lettura!

venerdì 19 settembre 2014

Sette sono i re. La recensione di SoloLibri.net


Martina Stanziani pubblica su SoloLibri.net una bella recensione a Sette sono i re. Il testo originale è qui. Buona lettura!

Sette sono i re (Tombolini, 2014) di Angelo Ricci non è il genere di libro che solitamente scelgo, eppure ha attirato la mia attenzione.
All’inizio non capivo bene in che “mondo” fossi finita, così diverso, così sporco e tetro rispetto a quello che mi circonda. Poi pagina dopo pagina mi sono resa conto che ad essere descritta è l’altra faccia della medaglia. Dell’Italia. Quella che spaventa, che è sconosciuta, ignorata. Ma presente e viva. Dove la violenza e lo sfruttamento sono all’ordine del giorno. Dove per soldi si è disposti a tutto. Come il mercenario, protagonista del libro, che si trova immischiato in una missione delicata e importantissima. Convocato dalle alte sfere, non può che accettare la proposta.
Un uomo senza scrupoli, come una macchina programmata per fare ciò che gli viene ordinato. Di lui non conosciamo l’aspetto, ma la sua attitudine e la sua caparbietà sono aspetti cardine del suo carattere. A tratti si può scorgere un’umanità ormai rinnegata e dimenticata, in quest’uomo così crudele e schiavo della sua vita, con un passato costellato di battaglie, guerre, attentati. Come se la condotta che tiene, sia l’unica possibile.
Scritto con cattiveria. Il lettore si sente spettatore passivo e inerme. La storia e l’atmosfera sporca e tetra prendono il sopravvento. Paura. Confusione. Ci si sente persi nell’abisso di questo mondo, senza via di uscita. Ma si anela sempre più a sapere ciò che succede.
"Io non sono un porco. Io non sono un bastardo. Certe volte mi dimentico quello che è successo nel passato. Ma non dimentico che sono soltanto uno che fa il suo lavoro. E non voglio sapere niente del loro rispetto."

lunedì 8 settembre 2014

La notte della cometa. Il romanzo di Dino Campana, di Sebastiano Vassalli (Einaudi)

Traslazioni dell’anima che attraversano soggetto e oggetto di una narrazione che è romanzo, saggio, biografia, testimonianza di un comune sentire condiviso. Sebastiano Vassalli ci conduce qui in una affermazione di storie, di parole, di vita. La vita di Dino Campana come strumento di analisi di tutto un mondo letterario, di un universo culturale e umano fatto di sofferenze, affermazioni di intenti, estraneità e odio e amore per la parola scritta, per il racconto di una vita che diviene resoconto e paradigma della difficile affermazione di un autore che trasforma la vita stessa in oggetto di poesia, in rimarcata affermazione di una condivisione di sentimenti che trasfigurano il presente in un eternità di emozioni.
Quasi inesplicabile e tragica la vita di Dino Campana, vita che è via crucis fatta di stazioni di dolorosa estrinsecazione di passioni che vedono nella poesia lo strumento ultimo di affermazione di un io che conosce il proprio valore, valore rigettato da un insieme di camarille letterarie che tanto (troppo) hanno avuto peso nella costruzione della identità forse mai completa di una nazione altrettanto incompleta, di quella incompletezza che nasce da un Risorgimento imperfetto e prosegue in una giolittiana e fascistizzante ulteriore incompletezza funesta i cui presagi sono ancora oggi viventi in una mai conclusa definizione di comunità.
Dino Campana quindi come paradigma ultimo e definitivo, incarnazione suo malgrado di un divenire che solo un autore come Sebastiano Vassalli, egli stesso soggetto e oggetto di sofferenze di vita e di parola, poteva descrivere nella creazione di una storia imprescindibile e unica.
Tante sono in questo libro le tangenti a una storia che non è solo quella di un uomo, ma di una nazione intera, nel suo insieme angoscioso di infinite contraddizioni. La notte della cometa va intesa come lasciapassare estremo di analisi umane, culturali, storiche, politiche, come diario di un anima che è quella di una intera collettività che non ha ancora trovato, non ha forse mai cercato, quel punto di equilibrio cha la potrebbe forse far rinascere dalle macerie di una storia che ha sempre sprecato i suoi talenti.
Un libro.
La notte della cometa. Il romanzo di Dino Campana, di Sebastiano Vassalli (Einaudi).

martedì 2 settembre 2014

Oggi è morto un libraio. In memoria di Giuseppe Sampietro

Oggi è morto un libraio. Un libraio che ha rappresentato una parte importante della mia vita di lettore e di scrittore. Giuseppe Sampietro gestiva la libreria "L’Incontro", sotto i portici di Viale della Libertà, nella città in riva al Ticino. Ho frequentato gli scaffali della sua libreria sin dai primi giorni della mia vita di matricola universitaria, nei primi anni Ottanta, portato lì da un altro grande lettore e amante dei libri, mio fratello e ho seguitato a visitarli fino alla chiusura, negli anni Novanta. Per anni nella sua libreria ho passato ore di nebbiosi pomeriggi invernali o di afose mattine estive a sfogliare libri e a leggere quarti di copertine. Nella sua libreria c’era tutto e lui tutto conosceva dei libri. Si avvicinava e ti diceva per i tipi di *** è appena uscito questo oppure ti parlava sempre con discrezione di autori e di editori. Lui di te, come lettore, conosceva l’anima. Quando entravi nella sua libreria lui e la moglie erano sempre intenti a leggere e ti salutavano con un cenno, un cenno pieno di parole non dette. Tu passavi tra gli scaffali, leggevi, assaggiavi pagine, osservavi titoli, in un tacito e condiviso accordo eterno di amore per i libri. Molti dei titoli che fanno parte della mia personale libreria li ho acquistati da lui. Ricordo ancora le buste in cui metteva i libri che compravi, con il logo della libreria in stile Politecnico di Vittorini. Prima di internet, prima dei social, prima di anobii e goodreads, prima di scrivere e pubblicare. La sua libreria era aperta anche la mattina di domenica, anche la mattina di Natale. Una parte di me è rimasta in quella libreria di Viale della Libertà. 
Oggi è morto un libraio.